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Osservazioni sociali: finora molto superficiali; mi sono spostata troppo spesso qua e là per compiere delle osservazioni sociali coerenti.

Il kemmer non viene sempre fatto a coppie. Questa sembra l'usanza più comune, ma nelle case di kemmer della città e dei villaggi si possono formare dei gruppi, e i rapporti si svolgono promiscuamente tra i maschi e le femmine del gruppo. L'estremo opposto di questo caso è l'usanza di votarsi il kemmeri (Kar. oskyommer), che significa, a tutti gli effetti e per tutti gli intenti, contrarre un matrimonio monogamo. Questo non ha uno status legale, ma socialmente ed eticamente si tratta di un'antica e vigorosa istituzione. L'intera struttura dei Clan-Focolari Karhidi e dei Domimi è indubbiamente basata sull'istituzione del matrimonio monogamo. Non ho certezza per quanto riguarda le leggi sul divorzio in generale; qui in Osnoriner esiste il divorzio, ma non c'è un nuovo matrimonio dopo il divorzio o la morte di uno dei partner: si può votare una sola volta il kemmeri.

La discendenza è naturalmente riconosciuta, su tutto Gethen, dalla madre, il «genitore nella carne» (Kar. amha).

L'incesto è permesso, con diverse restrizioni, tra i fratelli, anche se i fratelli generati da una coppia che ha votato il kemmeri. Ai fratelli non è però permesso di votarsi il kemmeri, né di continuare il kemmeri dopo la nascita di un figlio all'uno o all'altro della coppia. L'incesto tra diverse generazioni è rigorosamente proibito (in Karhide/Orgoreyn; ma si dice che sia permesso tra le tribù nomadi di Perunter, il Continente Antartico. Potrebbe però trattarsi soltanto di maldicenza).

Cos'altro ho appreso per certo? Questo mi pare tutto.

C'è una caratteristica di questa disposizione anomala che potrebbe avere un certo valore di adattamento. Poiché il coito avviene solo durante il periodo di fertilità, le probabilità di concepimento sono alte, come in tutti i mammiferi che hanno un ciclo sessuale. In condizioni difficili, dove la mortalità infantile è grande, si può indicare un valore di sopravvivenza della razza. Attualmente né la mortalità infantile né il tasso delle nascite sono alti, nelle aree civilizzate di Gethen. Secondo Tinibossol, sui tre continenti la popolazione non è superiore ai 100 milioni di anime, e deve essere rimasta stabile per lo meno negli ultimi mille anni. L'astinenza sessuale etica e rituale, e l'uso di farmaci contraccettivi, sembrano aver avuto la parte maggiore nel mantenere questa stabilità.

Esistono degli aspetti di questa ambisessualità che noi abbiamo soltanto intravisto, o appena sospettiamo, e che forse non riusciremo mai ad afferrare del tutto. Il fenomeno del kemmer affascina tutti noi Investigatori, naturalmente. Affascina noi, ma governa i getheniani, li domina completamente. La struttura della loro società, la conduzione delle loro industrie, dell'agricoltura, del commercio, le dimensioni dei loro centri abitati, gli argomenti delle loro storie, tutto è modellato per adattarsi al ciclo somer-kemmer. Tutti fanno vacanza una volta al mese; nessuno, qualunque sia la sua posizione sociale, è obbligato o costretto a lavorare quando è in kemmer. Nessuno viene respinto dalla casa del kemmer, per quanto possa essere povero o bizzarro o straniero. Tutto lascia il passo alla ricorrente festa — e tormento — della passione. Per noi, questo è facile da capirsi. Ciò che per noi è veramente difficile da capire è che, per quattro quinti del tempo, questi esseri non hanno alcun motivo, alcun impulso, alcun stimolo sessuale. C'è spazio per il sesso, uno spazio vasto e importante; ma questo spazio è in disparte. La società di Gethen, nel suo funzionamento quotidiano e nella sua continuità, è senza sesso.

Riflettete: Chiunque può dedicarsi a qualsiasi cosa. Questo sembra semplice, ma gli effetti psicologici sono incalcolabili. Il fatto che chiunque, tra i diciassette e i trentacinque anni, può essere soggetto (per usare l'espressione di Nim) «al ceppo della gestazione e del parto» implica che nessuno, qui, è completamente «legato» come le donne, altrove, possono esserlo… psicologicamente o fisicamente. Oneri e privilegi sono distribuiti con perfetta uguaglianza; tutti hanno gli stessi rischi da correre e le stesse scelte da fare. Di conseguenza, nessuno qui è completamente libero come un maschio libero in qualsiasi altra parte dello spazio.

Riflettete: Un bambino non ha una relazione psico-sessuale con sua madre e suo padre. Non esiste il mito di Edipo, su Inverno.

Riflettete: non esiste sesso senza consenso, non esiste violenza carnale. Come in quasi tutti i mammiferi, a parte l'uomo, il coito può avvenire solo per invito e consenso reciproco; altrimenti non è possibile. La seduzione, certamente è possibile, ma la scelta dei tempi deve essere incredibilmente perfetta.

Riflettete: non c'è divisione dell'umanità in due metà, una forte e una debole, protettivo/protetto, dominante/succube, padrone, strumento, attivo/passivo. In effetti, l'intera tendenza al dualismo che pervade il pensiero umano si può ritrovare diminuita, o cambiata, su Inverno.

Ciò che segue deve entrare tra le mie Direttive finali: Quando incontrate un getheniano non potete e non dovete fare ciò che un appartenente a una razza bisessuale compie naturalmente, e cioè porlo subito nel ruolo di Uomo o di Donna, adottanto nello stesso tempo verso di lui un ruolo corrispondente, che dipende dalle vostre aspettative sulle interrelazioni conosciute o conoscibili, stereotipe o ipotizzate, tra persone dello stesso o dell'opposto sesso. Qui l'intero nostro schema dell'interrelazione socio-sessuale non esiste. Loro non possono giocare al nostro stesso gioco. Non si considerano, né si vedono, l'uno con l'altro, come uomini e donne. Questo è quasi impossibile da far accettare alla nostra immaginazione. Qual è la prima domanda che facciamo, su un bambino appena nato?

Eppure non potete pensare a un getheniano come a un «neutro». Non sono neutri. Sono potenziali, o integrali. In mancanza del «pronome umano» karhidi che viene usato per le persone in somer, dovrò dire «egli» e «lui» per gli stessi motivi in base ai quali usiamo il pronome maschile riferendoci a un dio trascendente: è meno definito, meno specifico, dell'antico neutro o del femminile. Ma lo stesso uso del pronome, nei miei pensieri, mi conduce continuamente a dimenticare che il karhidiano con il quale sono non è un uomo, ma un uomo-donna.

Il Primo Mobile, se ne verrà mandato uno, deve essere messo in guardia: a meno che egli non sia eccessivamente sicuro di sé, o senile, il suo orgoglio ne soffrirà. Un uomo vuole che la sua virilità sia considerata, una donna vuole che la sua femminilità sia apprezzata, per quanto possano essere indirette e sottili le indicazioni di considerazione e di apprezzamento. Su Inverno queste indicazioni non potranno esistere. Si è rispettati e giudicati solo come esseri umani. È una esperienza spaventosa.

Ritornando alla mia teoria. Contemplando i motivi di un simile esperimento, se tale è stato, e cercando forse di discolpare i nostri antenati hainiti dall'accusa di barbarie, di trattare delle vite umane come oggetti, ho cercato di fare qualche ipotesi sugli scopi che essi avevano potuto prefiggersi.

Il ciclo somer-kemmer ci colpisce subito, come degradante, un ritorno al ciclo bestiale dei mammiferi più bassi, un asservimento degli esseri umani alla direttiva meccanica della bestia in calore. È possibile che gli sperimentatori volessero vedere se gli esseri umani, mancando di una continua potenza (o potenzialità) sessuale, rimanevano intelligenti e capaci di creare una civiltà.

D'altra parte, la limitazione della spinta sessuale a un discontinuo segmento temporale, e la «equalizzazione» in uno stato androgino, deve impedire, in larga misura, sia lo sfruttamento che la frustrazione di questa spinta. Deve esistere la frustrazione sessuale (benché la società faccia il possibile per provvedervi; fino a quando l'unità sociale è abbastanza grande da permettere che più di una persona sola sia in kemmer in qualsiasi momento, l'appagamento sessuale è quasi assolutamente certo), ma almeno essa non si accumula; finisce quando il kemmer è finito. Bene; in questo modo, molti sprechi e molta pazzia sono risparmiati; ma che cosa rimane, in somer? Cosa c'è da sublimare? Che cosa può raggiungere una società di eunuchi?… Ma naturalmente, essi non sono eunuchi, in somer, ma piuttosto sono paragonabili a esseri umani in stadio preadolescente; non castrati, ma latenti.