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La colonia prosperò. Dalla sua prima città, chiamata Alterra, diede vita a tutta un'amena zona costiera. Parecchi anni dopo… Qui Orry si fermò e si corresse. — Circa sei secoli, di quelli terrestri, intendo. Era il decimo anno della Colonia, credo. Incominciavo appena a imparare la storia; ma il Padre… e tu, prech Ramarren, mi ripetevate tutte queste cose, prima che compissimo il Viaggio, per spiegarmi tutto… — Dopo parecchi secoli, dunque, per la colonia erano giunti giorni difficili: venivano concepiti pochi bambini, e ancor meno ne nascevano vivi. Il ragazzo a questo punto fece nuovamente una pausa, per poi concludere: — Ricordo che tu stesso mi dicevi che gli Alterrani non sapevano cosa stesso loro succedendo, pensavano che si trattasse di qualche effetto negativo di incroci, ma che in realtà era una specie di selezione. I Signori, qui, dicono che non poteva trattarsi di questo perché una colonia aliena, stabilita su un pianeta, rimane aliena per sempre, indipendentemente dalla durata della permanenza. Grazie alla manipolazione dei geni i coloni sono in grado di generare con gli indigeni, ma i figli che ne nascono sono sterili. Perciò non so cosa stesse succedendo agli Alterrani… ero poco più di un ragazzino quando tu e il Padre cercavate di farmi capire quella storia… ricordo che parlavi di selezione per… un tipo vitale… Comunque, i colonizzatori erano ormai prossimi all'estinzione quando i superstiti riuscirono alfine a stringere alleanza con una nazione originaria di Werel, Tevar. Svernarono assieme e quando giunse la stagione dell'accoppiamento primaverile scoprirono che Tevarani e Alterrani potevano riprodursi. Alcuni di loro, almeno, sufficienti a creare una razza ibrida. I Signori dicono che non é possibile. Ma ricordo che tu me lo dicevi. — Il ragazzo pareva preoccupato e in certo modo vago.

— E discendiamo da quella razza?

— Tu discendi dall'Alterrano Agat, che guidò la colonia per tutto l'Inverno del Decimo Anno! Di Agat si parla anche sui libri di scuola. È il tuo nome, prech Ramarren, Agad di Charen. Io non provengo da tale lignaggio, ma la mia bisnonna era della famiglia di Kiow, che è un nome Alterrano. Naturalmente in una comunità democratica quale quella della Terra, queste distinzioni sono insignificanti, vero?… — Di nuovo Orry parve preoccupato, come se nella sua mente si svolgesse un conflitto. Falk lo riportò alla storia di Werel, colmando la narrazione infantile, che era tutto quello che Orry poteva fornigli, con parti indovinate o estrapolate.

La nuova popolazione e la nuova cultura derivate dalla fusione delle nazioni di Tevar e Alterra fiorì negli anni successivi al nefasto Decimo Inverno. Le cittadine si ampliarono; nel continente dell'emisfero settentrionale si affermò una cultura mercantile. Nel giro di poche generazioni si diffuse alle popolazioni primitive dei continenti più meridionali, dove il problema di sopravvivere nel periodo invernale era assai meno urgente. Vi fu un incremento della popolazione; la scienza e la tecnologia progredirono seguendo una curva esponenziale con la guida e l'aiuto costante dei Libri di Alterra, la piccola biblioteca lasciata dall'astronave, i cui misteri si fecero più comprensibili via via che i colonizzatori si riappropriavano della conoscenza dimenticata. Si tramandarono e copiarono i libri, generazione dopo generazione, imparando la lingua in cui erano scritti, il Galaktika, naturalmente. Infine la luna e i pianeti fratelli furon tutti esplorati e il pullulare delle città regolato da un attento controllo non meno delle rivalità tra le nazioni dal potente Impero Kelshak nel vecchio Settentrione. Al culmine di quell'epoca di pace e forza, l'Impero aveva costruito una nave capace di viaggiare alla velocità della luce.

L'astronave, l'Alterra aveva lasciato Werel diciotto anni e mezzo dopo l'atterraggio di quella dei coloni provenienti dalla Terra; il che significava milleduecento anni terrestri. L'equipaggio non aveva la minima idea di quel che avrebbe trovato su quel pianeta. Werel non era ancora stato in grado di ricostruire i principi della trasmittente istantanea, e aveva esitato di fronte alla prospettiva di trasmettere via radio segnali che avrebbero potuto rivelare la loro posizione a qualche mondo ostile, dominato dai Nemici tanto temuti dalla Lega. Per avere informazioni non c'era altro da fare che mandare e far tornare dei vivi attraverso la lunga notte che li divideva dall'antica dimora degli Alterrani.

— Quanto durò il viaggio?

— Più di due anni Wereliani, circa centotrenta centoquaranta anni luce; io ero un ragazzino, poco più di un bambino, prech Ramarren, e certe cose non le capivo, né mi veniva detto tutto…

Falk non comprendeva perché questa ignoranza dovesse imbarazzare il ragazzo; ma quel che più lo colpiva era il fatto che Orry che dimostrava quindici, sedici anni, aveva vissuto forse centocinquanta anni. E lui?

L'Alterra proseguì Orry, era partita da una base vicina alla vecchia città costiera di Tevar, con le coordinate rivolte a Terran. Trasportava diciannove persone in tutto, uomini, donne e bambini, per la maggior parte Kelshiani che vantavano discendenze Coloniali: gli adulti erano stati selezionati dall'Armonioso Consiglio dell'Impero per la loro abilità, intelligenza, coraggio, generosità e arlesh.

— Non mi pare che il Galaktika abbia un termine per questa parola. È semplicemente arlesh. — Il volto di Orry si aprì in un ingenuo sorriso. — Rale é… la cosa giusta da fare, come imparare le cose quando si va a scuola, oppure il fiume che segue il suo corso, e arlesh deriva da rale, penso.

— Il Tao? — chiese Falk; ma Orry non aveva mai sentito parlare del Vecchio Canone dell'Uomo.

— Cos'è successo alla nave? Cos'è successo agli altri diciassette?

— Alla Soglia fummo attaccati. Gli Shing vi arrivarono solo dopo che l'Alterra era stata distrutta; gli assalitori furono dispersi: erano ribelli su aeromobili interplanetari. Da uno di questi mi liberarono gli Shing. Non sapevano se gli altri fossero stati uccisi o catturati dai ribelli. Continuarono le ricerche per tutto il pianeta e circa un anno fa vennero a sapere di uno che viveva nella Foresta Orientale; poteva ben essere uno dei nostri…

— E tu che cosa ricordi di tutto ciò: l'attacco e così via?

— Niente. Sai come ti trasforma volare alla velocità della luce.

— So che per quelli che si trovano all'interno della nave non passa il tempo. Ma non ho un'idea chiara di che cosa comporti.

— Dunque, non è che me ne ricordi con estrema chiarezza. Ero un bambino, nove anni in tutto, col sistema della Terra. Non credo del resto che lo si possa ricordare chiaramente. Non si sa come… come mettere in relazione le varie cose. Si vede, si sente, ma le cose non combaciano; non vi è nulla che abbia un significato. Non so se mi spiego. E poi quando ritorni a inoltrarti nello spazio interplanetario, si attraversa quella che i Signori chiamano la Soglia, e questo obnubila i passeggeri, a meno che non vi siano preparati. La nostra nave non lo era. Nessuno di noi si era ripreso quando fummo attaccati, per cui non ricordo nulla, nulla più di te, prech Ramarren. Quando rinvenni mi trovavo su un aeromobile degli Shing.

— Perché fosti portato anche tu tra i ragazzi?

— Mio padre era il capitano della spedizione. Anche mia madre era sulla nave. Tu sai bene, del resto prech Ramarren… Se qualcuno tornasse indietro, la sua gente sarebbe tutta morta, da molto molto tempo. Non che importasse… i miei genitori sono morti, ora, comunque. O forse hanno subito la tua stessa sorte, e… e non mi riconoscerebbero se ci incontrassimo…

— E che parte avevo io nella spedizione?

— Eri il nostro ufficiale di rotta.

L'ironia della cosa lo fece trasalire, ma Orry continuò col suo modo rispettoso e ingenuo a un tempo.

— Il che significa, naturalmente che stabilivi la rotta dell'astronave, le coordinate… eri il più grande prostenio, un astronomo-matematico, di tutto Kelshy. Eri prechnowa per tutti noi, fuorché per mio padre, Har Weden. Sei dell'Ottavo Ordine, prech Ramarren! Ti… ti ricordi qualcosa di tutto ciò?