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La seconda banconota cadde sul banco, raggiunse la sorella. Io dissi: — Serge’, se aspetto a parlare col tuo colonnello, se mi arruola, sarà come ufficiale addetto al personale, oppure alla logistica o ai rifornimenti, o qualche altro incarico mostruoso del genere. I soldi non mi servono e non voglio le preoccupazioni. Io voglio una vacanza. Ti sta bene un soldato semplice addestrato a dovere? Un soldato che potresti promuovere caporale o addirittura sergente quando avrai scremato le tue reclute e scoperto quanti buchi devi riempire?

Lei fece la faccia scura. — Quello che mi ci vuole. Una milionaria nel mio plotone!

Provai simpatia. Nessun sergente vuole avere ai suoi ordini un tizio pieno di soldi. — Non farò la milionaria. Voglio solo essere una della truppa. Se non ti fidi, sbattimi in un altro plotone.

Lei sospirò. — Dovrei farmi dare una guardata alla testa. No, ti metterò dove potrò tenerti d’occhio. — Da un cassetto prese un modulo con l’intestazione ARRUOLAMENTO PROVVISORIO. — Leggi. Firma. Poi ti farò giurare. Domande?

Diedi un’occhiata. Per la maggior parte erano le solite sciocchezze sulla dotazione personale e sui bottini e sull’assistenza medica e sullo stipendio sindacale e sul premio d’arruolamento; ma c’era anche una clausola che rimandava il pagamento del premio al decimo giorno dopo l’arruolamento.

Comprensibile. Per me era una garanzia che quelli avevano davvero intenzione di mettersi subito sul piede di guerra, cioè di risalire il fiume. L’incubo che turba i sonni di chiunque arruoli mercenari sono le persone che arraffano il premio e tagliano la corda. Quel giorno, con tutte le agenzie di reclutamento in attività, un veterano avrebbe potuto firmare cinque o sei contratti, raccogliere altrettanti premi di arruolamento, e dileguarsi in qualche stato delle banane; a meno che non ci fosse una clausola a fermarlo.

L’impegno veniva preso personalmente col colonnello Rachel Danvers, o con un erede legittimo in caso di sua morte o incapacità ad agire, e impegnava il firmatario a eseguire i suoi ordini o gli ordini di qualunque ufficiale superiore, fosse la carica legittimata o meno dalla scala gerarchica. Accettai di combattere da soldato leale e di non chiedere grazia al nemico, in base alle leggi internazionali e agli usi bellici.

La formulazione del contratto era tanto vaga che sarebbe occorsa una squadra di avvocati di Philadelphia per definire le zone grigie… Il che non aveva la minima importanza, perché una divergenza d’opinioni su questioni serie avrebbe procurato, al firmatario, una raffica alla schiena.

Il periodo d’arruolamento, come aveva detto il sergente, era di novanta giorni, con un’opzione per il colonnello di estenderlo di altri novanta, dietro pagamento di un secondo premio. Non erano previste ulteriori proroghe, e questo mi diede da pensare. Com’era possibile che il contratto per le guardie del corpo di un uomo politico durasse sei mesi e si fermasse poi di colpo?

O il mio sergente stava mentendo, oppure qualcuno aveva mentito a lei, e lei non aveva cervello a sufficienza per vedere l’illogicità. Inutile insistere; stringere l’interrogatorio non aveva senso. Presi una penna. — Vado subito dall’ufficiale medico?

— Scherzi?

— Ovvio. — Firmai, poi dissi: — Lo giuro — quando lei mi lesse, in fretta, un giuramento che più o meno seguiva il contratto.

Il sergente scrutò la mia firma. — Jones, per cosa sta questa F?

— Friday.

— Un nome idiota. In servizio sarai Jones. Fuori servizio, Jonesie.

— Come vuoi tu, sergente. Adesso sono in servizio o no?

— Sarai fuori servizio tra un attimo. Prima gli ordini. All’imboccatura di Shrimp Alley c’è un palazzo. L’insegna dice WOO FONG AND LEVY BROTHERS, INK. Trovati lì alle quattordici, pronta a partire. Usa la porta sul retro. Da adesso alle quattordici, sei libera di sistemare le tue questioni personali. Sei autorizzata a raccontare a chiunque dell’arruolamento, ma ti è proibito, pena severe misure disciplinari, fare illazioni circa la natura dell’azione militare che stai per intraprendere. — Recitò quest’ultima clausola in fretta, come un disco accelerato. — Ti servono soldi per il pranzo? No, sono certa di no. Tutto qui, Jonesie. Lieta di averti a bordo. Sarà un viaggetto divertente. — Mi fece cenno di avvicinarmi.

Mi accostai. Lei mi passò un braccio attorno ai fianchi, sorrise. Io scrollai mentalmente le spalle: non era il momento di far arrabbiare il mio comandante di plotone. Risposi al sorriso, piegai la testa all’indietro e la baciai. Niente male. Aveva l’alito dolce.

18

La Skip to M’Lou era un’imbarcazione degna di Mark Twain, molto più carina di quanto mi aspettassi: tre ponti passeggeri, quattro Shipstone, due per ciascun paio di eliche. Però era carica fino alle frisate, e a me pareva che bastasse una raffica di vento per rovesciarla. Comunque, non eravamo l’unica nave che trasportasse truppe: la Myrtle T. Hanshaw ci precedeva di poche lunghezze, risalendo il fiume alla velocità presunta di venti nodi. Io pensavo a eventuali sporgenze non previste dal fondo del fiume e speravo che il loro sistema radar/sonar fosse all’altezza della situazione.

Gli Eroi di Alamo erano sulla Myrtle, assieme al colonnello Rachel che comandava le due squadre; e quella fu la conferma definitiva dei miei sospetti. Una brigata gigante non serve per la guardia a palazzo. Il colonnello Rachel si aspettava battaglia; forse saremmo sbarcati sotto il fuoco nemico.

Non ci erano state date anni, e le reclute erano ancora in borghese. Questo sembrava indicare che il nostro colonnello non prevedeva azione immediata, e coincideva con la previsione del sergente Gumm che avremmo risalito il fiume almeno fino a Saint Louis; e ovviamente tutto ciò che aveva detto sul fatto di diventare guardie del corpo del nuovo Presidente implicava che saremmo arrivati alla capitale…

… Se davvero il nuovo Presidente era stato insediato… Se Mary Gumm parlava con cognizione di causa… Se qualcuno non avesse invertito il corso del fiume mentre io non guardavo. Troppi «se», Friday e una quantità troppo scarsa di dati sicuri. L’unica cosa che davvero sapessi era che, in quel momento, il mio vascello in teoria stava entrando nell’Impero; in realtà non sapevo nemmeno da che parte del confine ci trovassimo, e non sapevo come capirlo.

Ma non me ne importava molto perché nei giorni di lì a venire, appena ci fossimo trovati nei paraggi del quartier generale di Boss, io avrei rassegnato le mie informali dimissioni; e prima della battaglia, se solo avessi potuto decidere io. Avevo avuto il tempo di soppesare la truppa, ed ero fermamente convinta che non potesse essere pronta al combattimento prima di sei settimane di duro addestramento, con sergenti istruttori duri e sanguinari. Troppe reclute e troppo poche firme.

In teoria, i soldati dovevano essere tutti veterani; ma ero certa che in alcuni casi si trattasse di contadine fuggite da casa, e che qualcuno avesse solo una quindicina d’anni. Grandi per la loro età, magari, e «chi è grande abbastanza è vecchio abbastanza», come dice il vecchio adagio; ma non basta una massa di sessanta chili per fare un soldato.

Portare in azione truppe simili sarebbe stato un suicidio. Ma io non me ne preoccupavo. Avevo la pancia piena di fagioli ed ero seduta sulla coperta poppiera con la schiena appoggiata a un rotolo di cordame; mi godevo il tramonto e digerivo il mio primo pasto da soldato (se il termine è esatto), meditando allegramente sul fatto che più o meno in quell’istante la Skip to M’Lou stava entrando, o era già entrata, nell’Impero di Chicago.

Una voce alle mie spalle disse: — Ci nascondiamo, truppa?

Riconobbi la voce e girai la testa: — Sergente, come puoi dire una cosa del genere?