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Intorno a noi due ci sono coppie che si asciugano le lacrime, tirano su con il naso, si consolano a pacche l'uno con l'altro e si separano.

Non possiamo venirci tutti e due, le dico.

«Allora tu non venirci.»

Io ne ho bisogno.

«Allora vai ai funerali.»

Tutti si sono separati e giungono le mani per la preghiera di chiusura. Io lascio andare Maria.

«Da quanto tempo vieni qui?»

La preghiera di chiusura.

Due anni.

Un uomo nel circolo della preghiera mi prende la mano. Un uomo prende la mano di Maria.

Queste preghiere cominciano e di solito il mio respiro si fa ansante. Oh, benedicici. Oh, benedicici nella nostra collera e nella nostra paura.

«Due anni?» Maria inclina la testa per bisbigliare.

Oh, benedicici e assistici.

Tutti quelli che possono avermi notato in due anni o sono morti o sono guariti e non sono venuti piщ. Aiutaci e aiutaci.

«Va bene» dice Maria, «va bene, va bene, puoi tenerti il cancro testicolare.»

Big Bob il mollaccione che mi piange addosso. Grazie.

Conducici al nostro destino. Conducici alla pace.

«Non c'и di che.»

И cosм che ho conosciuto Maria.

5

Quello della sicurezza me l'ha spiegata bene.

Gli addetti ai bagagli possono ignorare una valigia ticchettante. Quello della sicurezza, lui chiamava gli addetti ai bagagli Lanciatori. Le bombe moderne non ticchettano. Ma una valigia che vibra, gli addetti ai bagagli, i Lanciatori, ecco che devono chiamare la polizia.

Com'и che sono finito a vivere con Tyler и per via di questa politica adottata da quasi tutte le compagnie aeree sui bagagli che vibrano.

Nel mio viaggio di ritorno da Dulles avevo tutto quanto in quella sola borsa. Quando viaggi parecchio impari a imbagagliare ogni volta la stessa roba. Sei camicie bianche. Due calzoni neri. Il minimissimo indispensabile alla sopravvivenza.

Sveglietta da viaggio.

Rasoio elettrico a batterie ricaricabili.

Spazzolino da denti.

Sei paia di mutande.

Sei paia di calze nere.

Salta fuori, alla partenza da Dulles, che la mia valigia vibrava, secondo quello della sicurezza, cosм la polizia l'ha tirata giщ. C'era tutto in quella borsa. Il nйcessaire per le mie lenti a contatto. Una cravatta rossa a strisce blu. Una cravatta blu a strisce rosse. Queste sono righe regimental, non righe da club. E una camicia tutta rossa.

Una volta tenevo una lista di tutte queste cose appesa alla porta della mia stanza, a casa.

Casa mia era un appartamento al quindicesimo piano di un grattacielo, una sorta di archivio per vedove e giovani professionisti. Il pieghevole promozionale garantiva due spanne di cemento tra me e qualunque stereo o televisore a tutto volume al di lа dei miei pavimenti, soffitti e muri. Due spanne di cemento e aria condizionata, cosicchй non potevi aprire le finestre, e con tanto di parquet d'acero e interruttori a intensitа variabile, fino all'ultimo centimetro cubo a tenuta d'aria puzzava dell'ultimo pasto che ti eri cucinato o dell'ultima andata al bagno.

Sм, e c'erano piani in massello e faretti incassati a basso voltaggio.

Comunque due spanne di cemento sono importanti quando la tua vicina di casa lascia scaricare le batterie del suo apparecchio acustico e deve mettere al massimo il volume del televisore per seguire i suoi giochi a premi. O quando una vulcanica fiammata di gas incandescente piena dei detriti che una volta erano il tuo arredamento e i tuoi effetti personali esplode dalle vetrate di casa tua lasciando il tuo miniappartamento, solo il tuo, ridotto a uno squarcio annerito nella facciata del grattacielo.

Tutto, incluso il tuo servizio di piatti di vetro verdi soffiati a mano con tutte quelle bollicine piccole piccole e le imperfezioni, i granellini di sabbia, a riprova d'essere l'opera degli onesti, semplici, infaticabili artigiani indigeni di chissа dove, be', tutti questi piatti sbriciolati dall'esplosione. Immaginatevi le tende delle vetrate che volano fuori a consumarsi nel fuoco spinto dal vento caldo.

Quindici piani al di sopra della cittа e questa roba che scende come lava, cenere e lapilli a spargersi su tutte le macchine parcheggiate.

Io, mentre me ne volo a ovest, addormentato a Mach 0,83 o 455 miglia orarie, velocitа relativa, con gli artificieri dell'Fbi che esaminano la mia valigia su una pista deserta a Dulles. Nove volte su dieci, dice quello della sicurezza, la vibrazione и un rasoio elettrico. Questo и il mio rasoio elettrico a batterie ricaricabili. Un'altra volta и un dildo a vibrare.

Questo me lo ha detto il tizio della sicurezza. Questo и stato alla mia destinazione, senza la valigia, quando stavo per prendere un taxi e tornare a casa a trovare le mie lenzuola di flanella a brandelli sul marciapiede.

Si immagini, dice quello della sicurezza, di andare a raccontare a una passeggera all'arrivo che il suo bagaglio и rimasto sulla East Coast per via di un dildo. E certe volte capita con i passeggeri maschi. И politica della compagnia aerea non entrare nel merito specifico della proprietа nel caso di un dildo. Si usa l'articolo indefinito.

Un dildo.

Mai il suo dildo.

Che a nessuno scappi mai di dire che la signora и venuta a bordo con un dildo.

Un dildo и entrato in funzione dando origine a una situazione di emergenza che ha richiesto lo scarico del suo bagaglio.

Pioveva a Stapleton quando mi sono svegliato per la mia coincidenza.

Pioveva quando mi sono svegliato al momento dell'atterraggio a casa.

Un annuncio ci ha invitati a cogliere l'occasione per controllare nei pressi del nostro posto a sedere di non aver dimenticato qualcuno degli effetti personali. Poi l'annuncio ha fatto il mio nome. Ero gentilmente pregato di parlare con un rappresentante della compagnia aerea che mi attendeva al cancello.

Ho portato indietro il mio orologio di tre ore ed era ancora mezzanotte passata.

C'era il rappresentante della compagnia aerea al cancello e c'era quello della sicurezza a dirmi, ah, il suo rasoio elettrico ha bloccato il suo bagaglio a Dulles. Quello della sicurezza chiamava gli addetti ai bagagli Lanciatori. Poi li ha chiamati Rampanti. Per farmi sapere che sarebbe potuta andare anche peggio, mi ha detto che almeno non era un dildo. Poi, forse perchй io sono maschio e lui и maschio ed и l'una di notte, magari per farmi ridere, mi ha detto che quelli del mestiere chiamano le assistenti di volo Cameriere Spaziali. O Materassi ad Aria. Dava l'impressione di indossare una divisa da pilota, camicia bianca con piccole spalline e cravatta blu. Il mio bagaglio era a posto, ha detto, e sarebbe arrivato il giorno dopo.

L'uomo della sicurezza mi ha chiesto nome e indirizzo e recapito telefonico, poi mi ha chiesto che differenza c'и tra un preservativo e un aereo.

«In un preservativo ci entra una sola testa di cazzo» ha detto.

Ho preso un taxi per tornare a casa usando i miei ultimi dieci dollari.

Anche la polizia aveva fatto un sacco di domande.

Il mio rasoio elettrico, che non era una bomba, era ancora a tre fusi orari da me.

Qualcosa che era una bomba, una grossa bomba, aveva distrutto i miei originali tavolini Njurunda a forma di yin color verde ramarro e yang arancione, da incastrare insieme per formare un cerchio. Ora erano un cumulo di schegge.

Il mio salotto Haparanda con le fodere arancione, firmato da Erika Pekkari, era un ammasso di immondizie.

E io non ero il solo schiavo del mio istinto di nidificazione. Gente che conosco, che una volta andava a sedersi in bagno con una rivista pornografica, adesso va a sedersi in bagno con un catalogo dell'Ikea.

Abbiamo tutti la stessa poltrona Johanneshov con lo stesso disegno Strinne a strisce verdi. La mia и precipitata per quindici piani, bruciando, dentro una fontana.