Il silenzio di padre Farrell potrebbe valere un’affermazione o niente del tutto.
— E se siamo tornati a Mare Infinitum — continua de Soya — perché ci siamo svegliati qui su Pacem? Cos’è accaduto nel sistema 70 Ophiuchi A?
Ora padre Farrell sorride davvero. Un piccolissimo allungamento delle labbra sottili. — Per coincidenza, Padre Capitano, al momento della vostra traslazione il corriere Arcangelo Michele si trovava nello spazio della guarnigione di Mare Infinitum. Il capitano Wu era a bordo della Michele…
— Marget Wu? — domanda de Soya, senza curarsi se l’interruzione infastidisce padre Farrell.
— Esattamente. — Padre Farrell si toglie dai calzoni con la piega inamidata un immaginario peluzzo. — Considerando la… ah… la costernazione causata su Mare Infinitum dalla sua precedente visita…
— Ossia il trasferimento del vescovo Melandriano in un monastero per togliermelo dai piedi — dice de Soya. — E l’arresto di alcuni corrotti e traditori ufficiali della Pax che quasi sicuramente eseguivano furti e pastette sotto la supervisione di Melandriano…
Farrell alza la mano per interrompere de Soya. — Quegli eventi non rientrano nella mia sfera d’indagine, Padre Capitano. Mi sono limitato a rispondere alla sua domanda. Possiamo continuare?
De Soya lo guarda e sente la collera mischiarsi al cordoglio per la morte di Rettig nel turbine d’euforia narcotica della risurrezione.
— Il capitano Wu, che aveva già udito le proteste del vescovo Melandriano e di altri funzionari di Mare Infinitum, ha ritenuto più opportuno che lei fosse riportato su Pacem per la risurrezione.
— Così la nostra risurrezione è stata interrotta una seconda volta? — domanda de Soya.
— No. — Farrell non mostra traccia d’irritazione nella voce. — Nel sistema 70 Ophiuchi A, quando fu presa la decisione di riportarla al Comando della Pax e al Vaticano, il processo di risurrezione non era stato iniziato.
De Soya si guarda le dita. Tremano. Con l’occhio della mente vede la Raffaele e il suo carico di cadaveri, compreso il proprio. Prima un giro mortale nel sistema di Hebron, poi la decelerazione verso Mare Infinitum, poi il balzo verso Pacem. De Soya rialza subito gli occhi. — Per quanto tempo siamo rimasti morti, Padre?
— Trentadue giorni.
A momenti de Soya balza dalla poltrona. Alla fine torna ad accomodarsi e con voce controllata al massimo dice: — Se il capitano Wu ha deciso di deviare qui la nave prima che la risurrezione iniziasse nello spazio di Mare Infinitum, Padre, e se nello spazio di Hebron non c’è stata risurrezione, a questo punto dovremmo essere rimasti morti meno di settantadue ore. Calcolando tre giorni qui… dove abbiamo trascorso gli altri ventisei giorni, Padre?
Farrell fa scorrere le dita lungo la piega dei calzoni. — Ci sono stati ritardi nello spazio di Mare Infinitum — spiega freddamente. — L’indagine è iniziata lì. Sono state presentate proteste. Il lanciere Rettig è stato sepolto nello spazio, con tutti gli onori. Altri… compiti… sono stati portati a termine. La Raffaele è tornata con la Michele.
All’improvviso Farrell si alza e de Soya lo imita. — Padre Capitano — annuncia formalmente Farrell — devo porgerle i complimenti del cardinale segretario Lourdusamy e il suo augurio per un completo recupero in salute e vita nelle braccia di Cristo… e chiederle di presentarsi domattina alle sette precise nell’ufficio vaticano della Sacra Congregazione per la Dottrina e la Fede, per incontrare monsignor Luca Oddi e altri funzionari designati della Sacra Congregazione.
De Soya rimane intontito. Può solo battere i tacchi e chinare la testa in segno d’ubbidienza. È un gesuita e un ufficiale della flotta della Pax. È stato addestrato alla disciplina.
— Molto bene — dice padre Farrell e prende congedo.
Il Padre Capitano de Soya rimane nel salottino del rettorato per diversi minuti dopo l’uscita del Legionario di Cristo. Come semplice prete e ufficiale di un reparto combattente, è stato solo sfiorato dalla politica e dalle lotte interne della Chiesa, ma perfino un prete di provincia o un assorto militare della Pax conoscono la struttura basilare del Vaticano e i suoi scopi.
Sotto il Papa ci sono due categorie amministrative principali, la Curia Romana e le cosiddette Sacre Congregazioni. De Soya sa che la Curia è una struttura amministrativa intricata e pericolosa… la sua forma "moderna" è stata fissata da Sisto V nell’a.D. 1588. La Curia comprende la Segreteria di Stato, base di potere del cardinale Lourdusamy, nella quale l’alto prelato ha le funzioni grosso modo di primo ministro, con l’ambiguo titolo di cardinale segretario di stato. Questa Segreteria è una parte importante di quella a cui spesso ci si riferisce come "la Vecchia Curia", usata dai Papi fin dal XVI secolo. In aggiunta, c’è "la Nuova Curia", iniziata come sedici corpi inferiori creati dal Secondo Concilio Vaticano, ancora comunemente noto come Vaticano II, che si concluse nell’a.D. 1965. Sotto i 260 anni di regno di Papa Giulio, questi sedici corpi sono divenuti trentun entità strettamente collegate.
Ma de Soya non è stato convocato nella Curia, bensì in uno dei suoi separati e a volte contrastanti gruppi d’autorità, ossia le Sacre Congregazioni. Per l’esattezza ha avuto l’ordine di presentarsi alla cosiddetta Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, un organismo che negli ultimi due secoli ha guadagnato (per meglio dire, riguadagnato) enorme potere. Sotto Papa Giulio, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede ha accettato di nuovo il Papa come suo Prefetto… un cambiamento di struttura che ha rivitalizzato l’ufficio. Per i dodici secoli precedenti all’elezione di Papa Giulio, quella Sacra Congregazione (nota come il Sant’Uffizio, dall’a.D 1908 all’a.D. 1964) è stata sminuita al punto da divenire quasi un organo vestigiale. Ma ora, sotto Papa Giulio, il potere del Sant’Uffizio è sentito per cinquecento anni luce di spazio e risale a tremila anni di storia.
De Soya ritorna nel salottino e si appoggia alla poltrona dove poco prima era seduto. Si sente turbinare la mente. Sa che, prima di presentarsi al Sant’Uffizio, l’indomani mattina, non avrà il permesso di vedere Gregorius o Kee. Forse non li rivedrà mai più. Cerca di sbrogliare il filo che l’ha tirato a quell’incontro, ma si perde nei lacciuoli della politica della Chiesa, di prelati offesi, di lotte di potere della Pax e nella confusione del proprio cervello intontito dalla risurrezione.
Sa una cosa: la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, nota in precedenza come Sacra Congregazione del Sant’Uffizio, era conosciuta, per molti secoli prima dell’attuale, con il nome di Sacra Congregazione dell’Inquisizione Universale.
Proprio sotto Papa Giulio XIV l’Inquisizione ha ripreso a vivere secondo il nome e il senso di terrore originari. E de Soya, senza preparazione, parere legale o conoscenza delle accuse mosse contro di lui, deve presentarsi di fronte all’Inquisizione alle sette precise dell’indomani.
Con un sorriso sui paffuti lineamenti da cherubino, padre Baggio entra nella stanza. — Ha avuto una piacevole conversazione con padre Farrell, figliolo?
— Sì — risponde distrattamente de Soya. — Molto piacevole.
— Bene, bene — dice padre Baggio. — Ma penso che sia il momento di un po’ di brodo, di un po’ di preghiera… l’Angelus, mi pare… e poi di corsa a letto. Dobbiamo essere ben riposati per ciò che ci porterà il domani, vero?