"Ma la mediatrice impara a rivoltare le idee. Sa come scoprire i punti deboli e i piccoli fori nei quali si sono insinuati gli insetti. Getta via tutte le idee cattive. Ciò che rimane è il vero motivo della controversia. Una volta che lo sa, può incominciare ad appianare la lite."
Fece una breve pausa. Inahooli aprì la bocca per parlare, ma lui alzò la mano, tenendola piatta e con il palmo in avanti. Il gesto significava "ferma" o "aspetta". Era identico al gesto umano.
— Qualche volta la mediatrice non riesce a trovare un buon motivo per la disputa. Allora fa altre indagini. C’è una vicina malvagia che sta raccontando bugie o riferendo storie? Le donne coinvolte nella lite hanno fatto qualcosa che porta sfortuna o può provocare collera nella terra degli spiriti o nel resto del villaggio? La mediatrice continua a cercare finché non trova un buon motivo per la controversia. Ora… — Si toccò il petto, poi raddrizzò il braccio, allargandolo su un lato. Non riconobbi quel gesto. Aveva qualcosa di formale, come i gesti usati dagli oratori di professione. Forse era un gesto riservato a particolari circostanze: feste e cerimonie religiose. — Ho riflettuto sul motivo di questa controversia. Tutto quello che avete detto è stupido. E qui non abbiamo vicini che riferiscano storie e raccontino menzogne. Pertanto, la causa di questa lite è magica.
Inahooli si accigliò. — Stai parlando troppo e mi confondi. Era tutto semplice e chiaro prima che arrivaste voi.
L’oracolo guardò Derek. — Ho pensato che forse questo stesse succedendo a causa del braccialetto. Ma l’ho restituito e ho eseguito una cerimonia di propiziazione.
Afferrai il braccio di Derek e gli tirai su la manica della camicia. Lui si liberò con uno strattone. Troppo tardi. Il polsino era aperto e l’oggetto che portava al polso ben visibile. Era il braccialetto, naturalmente. La luce del sole vi si rifletteva sopra e il metallo luccicava.
— Ti ha osservato la notte scorsa — dissi all’oracolo. — Ha visto dove hai gettato il braccialetto. Questa mattina è andato a nuotare. Derek non rinuncia mai. È per questo che ha un incarico fisso.
— Che cosa? — chiese l’oracolo.
— È difficile da spiegare.
Derek si tolse il braccialetto. — Okay. Hai vinto, Lixia. — Gettò il braccialetto all’oracolo. — Liberatene. Lixia può tenermi d’occhio per assicurarsi che non ti osservo.
— Che cos’è tutta questa storia? — s’intromise Inahooli.
La Voce della Cascata rispose. — Costui — fece un cenno della mano in direzione di Derek — ha preso il braccialetto, e non ne ha alcun diritto. Era un dono a uno spirito o a un demone, chiunque dimori nel lago di fango bollente che si trova a est di qui.
— Appartiene all’Imbroglione. — La donna fissò Derek. — Tu sei molto sventurato. Lui non dimentica. Ed è molto difficile liberarsi di lui.
— Vedi? — disse l’oracolo. — C’è sempre un buon motivo per tutto. Questo — sollevò il braccialetto — è il motivo della nostra controversia.
— Tu ci credi? — domandò Derek alla donna.
Lei aggrottò la fronte. — No. L’Imbroglione è adirato con te. Ma sono io quella colpita dalla malasorte. Non mi sembra giusto. — Chiuse gli occhi e serrò le labbra. Restammo tutti in attesa. Dopo un minuto aprì gli occhi. — Il Clan dell’Uccello Terrestre!
— Che cosa? — domandò Derek.
— La loro cerimonia viene subito dopo la nostra, e noi le mettiamo sempre in ombra. La nostra torre è sempre più alta e più bella. Le nostre danzatrici e narratrici sono più abili. So che sono invidiose, e la nuova sciamana è nata nel loro clan, sebbene ora, naturalmente, appartenga al Clan della Prima Maga. Ma una donna non dimentica ciò che ha imparato da bambina nella tenda della madre. Sì! — Fece il gesto dell’affermazione. — Ha eseguito lei qualche specie di rito magico e ha fatto accadere tutto questo. — Guardò l’oracolo. — Avevi ragione sulle vicine malvagie. Avrei dovuto pensarci prima. Non c’è niente che non vada nella torre. Lei mi ha fatto uscire di senno con la magia e mi ha fatto pensare che la torre fosse rovinata.
— E il braccialetto? — disse l’oracolo.
— Quello provocherà certamente sventura, ma non a me. No, tutto questo è opera del Clan dell’Uccello Terrestre. — Tacque, evidentemente rimuginando.
— Hai detto che l’uccello terrestre rubò il fuoco dal cielo.
Inahooli mi guardò, poi fece il gesto dell’approvazione.
— Hai visto la luna la notte scorsa? Era in fiamme. Questo potrebbe avere qualcosa a che fare con quanto sta accadendo qui? Potrebbe essere un presagio? Un segno di magia?
— No. — Esitò. — Sì. Può darsi. Non sono mai stata brava con i presagi. Deve spiegarli qualcun altro. Io non capisco mai che cosa significhino. Ora devo tornare alla torre. Se la sciamana sta cercando di farmi impazzire, devo fare di tutto per comportarmi in modo normale. Devo tornare a comportarmi nel modo consueto. Devo fare quello che si aspettano da me. — Si chinò e tirò la stoffa che le teneva legati i piedi. — Aiutatemi! Non posso restare qui. Chissà che cosa sta succedendo alla torre?
L’oracolo la liberò. Lei si sollevò sulle ginocchia, poi cercò di alzarsi su un piede, ma non ci riuscì. — Le mie caviglie non funzionano.
— Al diavolo — imprecò Derek. Afferrò la donna sotto le ascelle e la tirò in piedi. — Tieniti a me. — La sollevò oltre la canoa. — Riesci a stare in piedi?
— No.
Derek la cinse con un braccio. — Appoggiati a me. Prova a camminare.
La donna inciampò e cadde in avanti.
— Okay. Continua a muoverti.
Camminarono avanti e indietro. Io stavo a guardare e cercavo di capire che cosa fosse successo. Di che cosa avevamo parlato? Che cosa era stato risolto?
Dopo un po’ Inahooli riuscì a camminare da sola. Fece il gesto che significava che era a posto e poi il gesto che esprimeva gratitudine. — Adesso me ne vado. La torre dev’essere protetta. E se volete accettare il mio consiglio, sbarazzatevi del braccialetto. Restituitelo all’Imbroglione, altrimenti vi causerà un sacco di problemi. — Spinse in acqua una delle canoe, vi saltò dentro e incominciò a pagaiare. Nel giro di uno e due minuti era sparita, nascosta dai canneti.
— Vado a nascondere il braccialetto — disse l’oracolo. — Lixia, tu tieni d’occhio quell’uomo. Non ci si può fidare di lui. — Si allontanò.
Guardai Derek.
Lui sorrise e si strinse nelle spalle. — A quanto pare mi sto facendo una pessima reputazione.
— Uhu. E te la meriti. Ho sempre sentito dire che eri un ricercatore di prim’ordine nella raccolta diretta di dati. Be’, se questo è un esempio…
Derek incominciava ad accigliarsi, aggrottando le folte sopracciglia bionde.
— Hai ostacolato una cerimonia. Hai rubato un oggetto magico o, per lo meno, appartenente a un essere magico. Sei fuori di senno? Come hai potuto mettere a repentaglio il tuo rapporto con l’oracolo? È un eccellente informatore. Credi che persone così crescano sugli alberi?
— Non l’avrebbe mai scoperto se non fosse stato per te. Hai deciso che era venuto il momento di una grande rivelazione.
Riflettei un momento. — Questo è abbastanza vero.
— Dovrei essere in collera con te, Lixia. Ho perso un manufatto di valore e mi ci vorrà un sacco di tempo per convincere l’oracolo che, di solito, non sono un ladro. Bene… — Fece il gesto che significava "così sia". — Gli parlerò finché non l’avrò convinto. Non sono il tipo che nutre rancore. Così che ne dici di dimenticare questa faccenda?
Risi. Quell’uomo era straordinario. Dopo tutto quello che aveva fatto, era disposto a perdonare me. — Okay. Vuoi sancire la pace con una stretta di mano? — Tesi la mano. Ce la stringemmo.
— Mi sta venendo fame — disse Derek. — Che ne dici di controllare le trappole per i pesci?
Feci il gesto dell’approvazione. Entrammo nell’acqua. Le trappole erano vuote, ma qualcosa vi aveva fatto una visita perché l’esca era sparita.
— Dannazione — dissi.