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— Nessuna, per quanto sono riuscito a scoprire. In effetti, prima che tutta questa storia ci scoppiasse in mano l’avevo incontrato, il tuo Corbeau.

— Oh? Come e dove?

— In società, guarda un po’. Come mai voi, gente che usate un solo sesso nelle vostre marine, una volta arrivati in porto calate a terra mostrando tanti segni di squilibrio mentale? No no, non rispondere, lo sappiamo tutti benissimo. In ogni modo, gli eserciti tutti maschili, vuoi per motivi culturali, vuoi per motivi religiosi, quando hanno una licenza di sbarco assalgono questa Stazione come un’orda di scolaretti in ricreazione oppure di ergastolani appena evasi: il posato giudizio degli scolaretti e la depravazione sessuale di… ma insomma. Ai quad vengono i brividi quando vi vedono arrivare. Se non spendeste il vostro denaro con tanta appassionata disinvoltura, credo che le stazioni commerciali dell’Unione voterebbero all’unanimità di chiudervi nelle vostre navi e lasciarvi a morire di desiderio insoddisfatto.

Miles si strofinò la fronte. — Torniamo al guardiamarina Corbeau?

Bel sogghignò. — E quando mai lo avevamo lasciato? Dunque, quel ragazzino barrayarano di provincia, durante il suo primo viaggio in assoluto verso le mille luci della galassia, sbarca dalla sua nave e, avendo ricevuto, a quanto ho capito, ordini di allargare i suoi orizzonti culturali…

— In effetti, è proprio così.

— … va a vedere il Corpo di Ballo Minchenko. Che in ogni caso è uno spettacolo da non perdersi. Dovresti andare anche tu, finché sei sulla Stazione.

— Perché, è qualcosa di più di, ehm, ballerine esotiche?

— Non nel senso ’lavoratrici del sesso che pubblicizzano la mercanzia’. E nemmeno nel senso dell’Orbita su Beta, catalogo ultra-chic delle meravigliose possibilità dei loro corsi avanzati.

Miles decise di non menzionare la sosta sua e di Ekaterin presso l’Orbita dei Piaceri Ultraterreni su Beta, durante la loro luna di miele, probabilmente il più divertente momento del loro itinerario…

Concentrazione, mio Lord Ispettore. Concentrazione.

— Sì, è esotico, e sì, si danza, ma è vera arte, qualcosa di molto al di là di una semplice esibizione di virtuosismo atletico. Una tradizione vecchia di due secoli ormai, il gioiello della cultura quad. Quello sciocco ragazzino deve essersi innamorato perdutamente. È stato solo il modo in cui ha inseguito l’oggetto delle sue brame, sparando fiamme da tutti i cannoni, parlo in senso metaforico, che era un po’ esagerato. Che un soldato in libera uscita brami follemente una donna del porto in cui sbarca non è esattamente uno scenario originale, ma quello che veramente non capisco è cosa diavolo ci ha visto in lui Garnet Cinque. Sì, voglio dire, è un ragazzo carino, ma…! — Bel sorrise. — Troppo alto per i miei gusti. E troppo giovane.

— Garnet Cinque è una ballerina quad, giusto?

— Sì.

Era davvero strano che un barrayarano si sentisse attratto da una quad; il pregiudizio culturale che scattava davanti a qualunque cosa sembrasse una mutazione era tanto profondo da essere praticamente istintivo, e avrebbe dovuto impedirlo. Forse Corbeau non aveva avuto quelle istruzioni che di solito riceve un giovane ufficiale da parte di superiori e commilitoni.

— E tu come entri in questa faccenda?

Era un sospiro un po’ apprensivo quello che Bel aveva appena tratto? — Nicol suona l’arpa e il salterio nell’orchestra del Corpo di Ballo Minchenko. Te la ricordi, vero? Quella musicista quad che abbiamo salvato durante quell’operazione di recupero, e che per poco non è finita nel trituratore di rifiuti?

— La ricordo benissimo. E così, a quanto pare, devo arguire che sia tornata a casa sana e salva?

— Sì. — Sorriso di Bel, teso. — E non ti sorprenderà sapere che anche lei ti ricorda vividamente… Ammiraglio Naismith.

Miles s’immobilizzò per un attimo. Poi, cautamente, disse: — Tu… la conosci molto bene? Pensi di potermi garantire la sua discrezione?

— Viviamo assieme — disse Bel succintamente. — Non c’è bisogno di assicurare niente. Nicol è discreta per natura.

Oh. Si chiariscono tante cose…

— Però Garnet Cinque è una sua buona amica. Ed è in preda al panico per questa storia. È convinta, fra le altre cose, che il comando barrayarano voglia giustiziare il suo innamorato. Quel paio di figuri che Vorpatril ha mandato a recuperare la pecorella smarrita evidentemente… be’, non sono stati semplicemente maleducati, sai. Hanno cominciato con l’essere offensivi e brutali e da lì in poi le cose sono andate di male in pèggio. Io ho sentito la versione integrale.

Miles fece una smorfia. — So come sono i miei compatrioti, quindi puoi dare per scontato che già posso prevedere i dettagli peggiori.

— Nicol mi ha chiesto di fare quel che potevo per la sua amica e il suo amico. Le ho promesso che avrei messo una buona parola. Ed è quel che sto facendo.

— Capisco. — Miles sospirò. — Non posso assicurare niente, per ora, ma ascolterò tutti senza pregiudizi.

Bel annuì e distolse lo sguardo. Dopo un momento disse: — Questa cosa dell’Ispettore Imperiale… sei un pezzo grosso dell’Impero adesso, eh?

— Qualcosa del genere — fece Miles.

— La Voce dell’Imperatore. Una voce piuttosto forte, eh? La gente l’ascolta.

— Be’, forte per i barrayarani, forse, ma il resto della galassia… tende a considerarla una favola.

Bel scrollò le spalle, in segno di scusa. — ImpSec è barrayarana. E dunque… vedi, io mi sono affezionato a questo posto, lo Spazio Quad, la Stazione Graf… l’ambiente e le persone, mi sono molto cari. Credo che capirai anche tu il perché, se avrò l’occasione di farti da guida per un po’. Sto pensando di sistemarmi qui.

— Questa è… una gran bella idea — disse Miles.

Dove stai andando a parare, Bel?

— Ma se decido di prendere la cittadinanza e fare il giuramento, ed è un po’ che ci penso seriamente, voglio farlo onestamente. Non posso giurare il falso, o continuare a tenere il piede in due scarpe.

— Il fatto che tu fossi cittadino di Beta non ha mai interferito con la tua carriera nei mercenari dendarii — fece notare Miles.

— Tu non mi hai mai chiesto di operare sulla Colonia Beta.

— E se lo avessi fatto?

— Allora… mi avresti creato dei problemi. — Bel alzò una mano, come in una supplica. — Voglio ricominciare da capo, con il campo sgombro da legami segreti. Se ImpSec ora lavora per te, Miles… per favore, puoi licenziarmi di nuovo?

Miles si appoggiò allo schienale della seggiola, mordicchiandosi le nocche di una mano. — Liberarti da ImpSec, vuoi dire?

— Sì. Da qualunque vecchio obbligo.

Miles fece un lungo respiro. Ma ci sei tanto utile qui! — Io… non lo so.

— Non sai se ne hai il potere? O non sai se usarlo?

Miles cercò di guadagnare tempo. — Questa storia del potere, sai, è molto più strana di quanto mi aspettassi. Tu forse pensi che più potere comporti più libertà, ma ho scoperto che per me non è così. Ogni parola che mi esce dalle labbra ha un peso che prima non ha mai avuto, non quando ero Miles ’Il Matto’, il folle capo dei dendarii. Non mi era mai capitato di dover stare tanto attento alle mie parole. È… così scomodo, a volte.

— Credevo che ti piacesse.

— Anch’io lo pensavo.

Bel si tirò indietro sulla sedia, lasciando cadere l’argomento, decidendo che non lo avrebbe ripreso, almeno non molto presto.

Miles tambureggiò con le mani sulla superficie del tavolo. — Se, al di là degli animi eccitati e di giudizi animosi che sono già abbastanza gravi, c’è altro dietro questo pasticcio, non può che essere connesso con la sparizione di quell’addetto alla Sicurezza, Solian…

Il comunicatore da polso di Miles trillò. — Sì? — rispose.

— Milord — la voce di Roic aveva un tono di scusa. — Siamo di nuovo attraccati.

— D’accordo. Veniamo subito. — Si alzò, dicendo: — Voglio presentarti a Ekaterin come si deve, prima di dover tornare là fuori e far finta di non conoscerci. A proposito, sia lei che Roic hanno la più alta classificazione di sicurezza possibile su Barrayar… devono averla, per vivermi tanto a contatto di gomito. Entrambi devono sapere chi sei, e che si possono fidare di te.