Miles, Beatrice e Suegar attraversarono quindi la fila dei prigionieri in uscita con la loro preziosa barra nutritiva e tornarono verso i mucchi di distribuzione, poi Miles andò a cercare Oliver e con un leggero sospiro di rincrescimento lo mandò all'uscita perché riportasse l'ordine fra coloro che erano incaricati di mantenerlo.

Tris intanto sembrava avere sotto un ferreo controllo i mucchi di distribuzione e quanti di volta in volta vi accedevano; notando la cosa, Miles si congratulò con sé per aver pensato di incaricare le donne della distribuzione manuale del cibo, perché aveva toccato senza dubbio un tasto di profonda risonanza emotiva, come dimostrava il fatto che non pochi fra i prigionieri mormoravano una timida parola di ringraziamento quando la barra veniva spinta loro in mano, imitati da quanti venivano dietro di loro nella fila.

No, pensò Miles, guardando in alto verso la cupola uniforme e silenziosa, non avete più il monopolio della guerra psicologica, bastardi. Adesso rovesceremo il vostro gioco e spero che vi roderete il fegato…

Un alterco scoppiato vicino ad una delle pile di cibo interruppe le sue riflessioni e lo indusse ad arricciare un labbro in un'espressione di disgusto nel vedere Pitt al centro della lite. Zoppicando si affrettò ad andare a vedere cosa stava succedendo.

A quanto pareva, Pitt aveva ripagato la sua barra non con un ringraziamento ma con un sogghigno e un commento osceno e offensivo; almeno tre fra le donne che lo avevano sentito stavano ora cercando di farlo a pezzi, ma senza successo, perché Pitt era alto e grosso e non aveva inibizioni di sorta nel combattere, come dimostrò il fatto che una delle donne, non molto più alta di Miles, venne scagliata al suolo con violenza e non si rialzò. Nel frattempo lo scorrimento della linea si era bloccato e il flusso ordinato e civile di quanti aspiravano al loro pasto serale era piombato nel caos, cosa che strappò a Miles una sommessa imprecazione.

– Tu, tu, tu e tu – ordinò, battendo un colpetto sulla spalla degli individui in questione. – Afferrate quel tizio e trascinatelo fuori di qui… scortatelo fino al muro della cupola.

I volontari scelti da Miles non si mostrarono particolarmente entusiasti di quell'incarico, ma nel frattempo Tris e Beatrice erano accorse sulla scena e stavano ora conducendo l'attacco contro Pitt in maniera più scientifica, con il risultato che ben presto questi venne afferrato e trascinato lontano dalla fila e oltre lo schieramento che la proteggeva. Dopo essersi accertato che la distribuzione avesse ripreso a scorrere senza intoppi Miles, che era stato intanto raggiunto da Oliver e da Suegar, concentrò la propria attenzione sul violento e sboccato Pitt.

– Ho intenzione di strappare le palle a questo bastardo – stava dicendo Tris. – Io comando…

– Tu sei un comandante militare – la interruppe Miles, – e se quest'uomo è accusato di condotta insubordinata lo dovresti sottoporre a corte marziale.

– È un violentatore e un assassino – replicò la donna, in tono gelido. – La pena capitale è troppo poco per lui… dovrà morire lentamente.

– È un'idea che mi tenta – mormorò Miles a Suegar, traendolo in disparte, – ma l'idea di lasciarlo nelle mani di Tris mi mette a disagio. Secondo te, da cosa dipende?

– Credo che tu abbia ragione – replicò Suegar, fissandolo con rispetto. – Vedi, qui ci sono… ci sono troppi colpevoli.

In quel momento Pitt, che stava ormai schiumando di rabbia, individuò Miles.

– Tu! Piccolo omuncolo leccapiedi… credi che loro ti possano proteggere? – gridò, indicando Tris e Beatrice con un movimento secco del capo. – Non hanno muscoli sufficienti, le abbiamo domate una volta e lo faremo ancora. Non avremmo perso quella dannata guerra se avessimo avuto veri soldati… come i Barrayarani, che non riempiono il loro esercito di femmine e di leccapiedi. Loro hanno sbattuto i Cetagandani fuori del loro pianeta…

– Non so perché – ringhiò Miles, abboccando alla provocazione, – ma dubito che tu sia un esperto delle tecniche di difesa del loro pianeta nella Prima Guerra Cetagandana, altrimenti avresti imparato qualcosa…

– Tris ti ha nominato forse ragazza onoraria, mutante? – lo beffò Pitt. – Non ci vorrebbe molto…

Perché sto qui a scambiare insulti con questo delinquente demente? Si chiese Miles, mentre Pitt continuava a urlare insulti. Non c'è tempo per queste cose, quindi chiudiamo la faccenda.

– A nessuno di voi è ancora venuto in mente che quest'uomo deve di certo essere un agente cetagandano? – chiese, indietreggiando di un passo e incrociando le braccia sul petto.

Perfino Pitt scivolò in un silenzio sconvolto.

– Le prove sono evidenti – proseguì Miles, con decisione, sollevando la voce in modo che tutti potessero sentirlo. – Lui è risultato un elemento di rilievo nel distruggere la vostra disciplina. Per esempio, la sua astuzia ha corrotto gli onesti soldati che gli stavano intorno, li ha messi gli uni contro gli altri. Voi eravate i combattenti migliori di Marilac, e siccome non potevano essere certi del vostro crollo, i Cetagandani hanno piantato un seme malvagio in mezzo a voi, per essere sicuri di riuscire, e la cosa ha funzionato… meravigliosamente bene. Voi non avete mai sospettato…

– Fratello Miles… – mormorò affrettatamente Oliver, parlandogli in un orecchio, – conosco quel tizio e so che non è un agente cetagandano. È soltanto come un sacco di…

– Taci, Oliver – sibilò Miles, a denti stretti, poi riprese la sua arringa usando il tono più forte e scandito di cui era capace. – È ovvio che si tratta di una spia cetagandana, di una talpa. E per tutto questo tempo voi avete creduto che quanto accadeva era qualcosa che vi stavate facendo da soli.

E dove il diavolo non esiste, pensò fra sé, può essere comodo inventarne uno.

Per quanto disgustato dalla propria azione, continuò a sfoggiare un'espressione di giusta indignazione, e nello scrutare i volti che lo stavano fissando notò che parecchi erano pallidi quanto doveva esserlo il suo, anche se il loro pallore aveva una causa diversa. Un sommesso borbottio, in parte sconcertato e in parte minaccioso, stava cominciando a levarsi dai presenti.

– Toglietegli la casacca – ordinò quindi Miles, – e stendetelo al suolo prono. Suegar, dammi la tua tazza.

Sedutosi a cavalcioni dello sventurato Pitt, Miles si servì quindi dello spuntone acuminato che sporgeva lungo il lato spezzato della tazza come della punta di uno stilo e incise a grandi lettere le parole SPIA DI CETA sull'ampia schiena della sua vittima, esercitando una pressione tanto forte e spietata da far uscire il sangue e ignorando il modo in cui Pitt urlava e .si dimenava. Alla fine Miles si rialzò tremante e senza fiato per qualcosa di più della semplice fatica fisica.

– Adesso – ordinò, – dategli la sua barra nutritiva e scortatelo all'uscita.

Tris aprì la bocca per protestare ma la richiuse subito di scatto, fissando con occhi roventi la schiena di Pitt che veniva scortato lontano; il suo sguardo si posò quindi con espressione pensosa sul volto di Miles mentre andava ad affiancarglisi, imitata da Oliver.

– Pensi davvero che sia un cetagandano? – gli chiese a bassa voce.

– È impossibile che lo sia – dichiarò Oliver, secco. – Cosa diavolo significa questa commedia, Fratello Miles?

– Non dubito minimamente che le accuse di Tris in merito agli altri crimini da lui commessi siano vere – spiegò Miles, con voce tesa, – e devi saperlo anche tu. Non lo si poteva però punire per essi senza provocare una divisione nel campo e minare così l'autorità di Tris. In questo modo, invece, Tris e le altre donne hanno avuto la loro vendetta senza tirarsi addosso l'ostilità di metà degli uomini. Così le mani del comandante sono pulite e tuttavia è stata fatta giustizia di un criminale, senza contare che un duro elemento che senza dubbio ci avrebbe tormentati dall'esterno è stato messo in condizione di non nuocere. Inoltre, chiunque altro avesse idee simili alle sue ha ricevuto un avvertimento che non si può permettere di ignorare. È una soluzione che funziona a tutti i livelli.