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— C'è già la verifica dei dati? — domandò Dunworthy.

— La verifica? — ripeté Gilchrist, vago.

— La verifica — rincarò Dunworthy. — La determinazione del quando e dove si trovi Kivrin, grazie alla quale ci sarà poi possibile recuperarla.

— Il suo tecnico ha detto che gli ci sarebbe voluta almeno un'ora per determinare le coordinate — rispose Gilchrist, brusco. — Ci vuole sempre tanto tempo? Ha detto anche che sarebbe venuto ad avvertirci quanto avesse finito, ma che i dati preliminari indicavano già che la transizione era andata alla perfezione, con uno slittamento minimo.

— Che belle notizie! — esclamò Mary, in tono sollevato. — Avanti, sedetevi. Anche noi stavamo bevendo qualcosa per ingannare l'attesa dei dati. Vuole ordinare un drink? — chiese a Latimer, che aveva finalmente chiuso l'ombrello e ne stava fissando la cinghietta.

— Credo di sì — assentì questi. — Dopo tutto, oggi è un grande giorno. Penso che prenderò un goccio di brandy. Forte era il vino, e bene era berlo in fretta — aggiunse, annaspando con la cinghietta con il solo risultato di impigliarla nelle coste dell'ombrello. — Se non altro avremo modo di verificare con un'osservazione diretta la perdita dell'inflessione aggettivale e il passaggio al nominativo singolare.

Un grande giorno, pensò Dunworthy, ma nonostante tutto si sentì sollevato perché lo slittamento era stato la sua maggiore causa di preoccupazione in quanto era la parte più imprevedibile di una transizione, anche quando si effettuava il controllo dei parametri.

La teoria comune era che lo slittamento costituisse il meccanismo di sicurezza proprio della rete, il mezzo usato dal Tempo per proteggersi dai paradossi del continuum: lo slittamento in avanti nel tempo era destinato a impedire collisioni o incontri o azioni che avrebbero influenzato la storia, portando lo storico che effettuava la transizione a scivolare oltre il momento cruciale in cui avrebbe per esempio potuto sparare a Hitler o salvare un bambino che stava per annegare.

I teorici della rete non erano però mai riusciti a determinare quali fossero quei momenti critici o quanto slittamento potesse prodursi in ciascuna transizione. Il controllo dei parametri forniva delle probabilità in materia ma Gilchrist non ne aveva effettuati, per cui la transizione di Kivrin avrebbe potuto slittare nel tempo di due settimane o anche di un mese. Per quel che Gilchrist ne sapeva, lei sarebbe potuta arrivare nel medioevo in pieno aprile, con indosso un mantello bordato di pelliccia e un abito invernale.

Però Badri aveva detto che lo slittamento era stato minimo, il che significava che Kivrin era spostata al massimo di pochi giorni e aveva tempo in abbondanza per appurare la data esatta e presentarsi poi per il recupero.

— Signor Gilchrist, posso ordinarle un brandy? — stava dicendo Mary.

— No, grazie — rispose lui.

Mary frugò nella borsa alla ricerca di un'altra banconota accartocciata e si diresse verso il bancone.

— Il suo tecnico sembra aver svolto un lavoro passabile — osservò allora Gilchrist, rivolto a Dunworthy, — tanto che la Sezione Medievale vorrebbe poterlo prendere in prestito per la nostra prossima transizione. Manderemo la Signorina Engle nel 1355 per osservare gli effetti della Morte Nera, in quanto i resoconti dei contemporanei sono assolutamente inattendibili, soprattutto per quanto concerne la percentuale di mortalità. La cifra comunemente accettata di cinquanta milioni di morti è manifestamente imprecisa ed è ovvio che la supposizione che la peste abbia ucciso da un terzo alla metà della popolazione europea è esagerata. Sono impaziente di far effettuare alla Signorina Engle osservazioni esperte.

— Non le pare che il suo progetto sia un po' prematuro? — obiettò Dunworthy. — Forse prima dovrebbe aspettare di vedere se Kivrin riuscirà a sopravvivere a questa transizione, o quanto meno se è arrivata sana e salva nel 1320.

Gilchrist assunse un'espressione piccata.

— A me pare alquanto ingiusto che lei parta di continuo dal presupposto che la Sezione Medievale sia incapace di portare a termine con successo una transizione — ribatté. — Le garantisco di aver riflettuto con cura su ogni singolo aspetto dell'operazione e che il metodo dell'arrivo di Kivrin è stato studiato in ogni dettaglio.

'La Sezione Statistiche ritiene che la frequenza dei viandanti sulla strada fra Oxford e Bath fosse di uno ogni 1,6 ore, il che indica che la storia di Kivrin ha novantadue probabilità su cento di essere creduta, in virtù della frequenza di simili aggressioni. Nell'Oxfordshire un viandante aveva 42,5 probabilità su cento di essere derubato d'inverno, 58,6 in estate. Naturalmente questa è una percentuale media, perché le aggressioni erano molto più frequenti in alcune zone di Otmoor e della foresta di Wychwood, oltre che sulle strade secondarie.

Dunworthy si chiese come diavolo avesse fatto la Sezione Statistiche a ricavare quei dati, considerato che il Libro del Catasto non elencava i ladri, con la possibile eccezione dei censitori reali che a volte prendevano qualcosa di più del censo, e che di certo i tagliagole dell'epoca non avevano tenuto registri di quanti venivano da loro derubati e assassinati né avevano segnato con precisione su una mappa i luoghi delle aggressioni. E chi poteva sapere quanti corpi erano rimasti abbandonati nei boschi senza essere mai scoperti da nessuno?

— Le garantisco che è stata presa ogni possibile precauzione per proteggere Kivrin — insistette Gilchrist.

— Come il controllo dei parametri? — ribatté Dunworthy. — O le prove di simmetria e i trasferimenti di oggetti per verifica?

In quel momento Mary tornò al tavolo.

— Ecco qui, Signor Latimer — disse, posando un bicchiere di brandy davanti all'interessato, poi agganciò l'ombrello di Latimer allo schienale della panca e sedette accanto a lui.

— Stavo giusto assicurando al Signor Dunworthy che ogni aspetto di questa transizione è stato oggetto di approfondite ricerche — affermò Gilchrist, poi raccolse la statuetta di plastica di uno dei Magi, che reggeva un cofanetto dorato. — Lo scrigno di legno e ottone che figura nel suo equipaggiamento è un'esatta riproduzione di uno scrigno per gioielli presente all'Ashmolean — continuò, tornando a posare la statuetta, — e perfino il suo nome è stato scelto dopo minuziose ricerche da cui è risultato che Isabel era il nome femminile che figurava con maggiore frequenza nell'Archivio dell'Assise e nei Regista Regum fra il 1295 e il 1320.

— In realtà si tratta di una corruzione del nome Elizabeth — spiegò Latimer, come se stesse tenendo una delle sue conferenze, — e si ritiene che la sua vasta diffusione in Inghilterra a partire dal dodicesimo secolo abbia le sue origini nel nome di Isavel di Angoulème, moglie di Re Giovanni.

— Kivrin mi ha detto che le è stata data un'effettiva identità, quella di Isabel de Beauvrier che era una delle figlie di un nobiluomo dello Yorkshire — commentò Dunworthy.

— Infatti — confermò Gilchrist. — Gilbert de Beauvrier aveva quattro figlie la cui età rientra nella fascia giusta, ma i loro nomi di battesimo non figurano degli archivi. Si tratta di una pratica allora comune, secondo la quale le donne venivano registrate soltanto attraverso il cognome e la parentela, perfino nei registri delle parrocchie o sulle lapidi tombali.

— Perché avete scelto lo Yorkshire? — si affrettò a intervenire Mary, posando una mano sul braccio di Dunworthy per invitarlo a controllarsi. — Questo non porrà Kivrin molto lontano da casa?

È a settecento anni di distanza da casa, pensò Dunworthy, in un secolo che attribuiva alle donne un valore tanto scarso che i loro nomi non venivano neppure registrati quando morivano.

— È stata la Signorina Engle a suggerirlo — replicò Gilchrist, — ritenendo che la provenienza da una tenuta tanto distante avrebbe garantito che nessuno cercasse di contattare la sua famiglia.