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— Allora dovrò cercare lì anch’io. Blondie, in vita mia non sono mai stata costretta a trovarmi un lavoro. Sono confusa.

— Te la caverai benissimo.

Tre ore più tardi, dopo un pranzo frettoloso, eravamo a San José. Due Vma facevano la spola tra Pajaro Sands e National Plaza; la Wainwright si stava sbarazzando di noi il più in fretta possibile. Mentre partivamo, vidi caricare due grossi furgoni, ciascuno dei quali trainato da sei cavalli; e papà Perry era sulle spine. Chissà che fine avrebbe fatto la biblioteca del Boss. Avvertii una tristezza piccola così e molto egoistica, all’idea che forse non avrei più avuto una possibilità così illimitata di nutrire il Figlio dell’Elefante. Non sarò mai un cervellone, però sono curiosa di tutto, e un terminale direttamente collegato alle migliori biblioteche del mondo è un lusso senza prezzo.

Quando vidi cosa stavano caricando, ricordai di colpo qualcosa, quasi in preda al panico. — Anna, chi era la segretaria di Boss?

— Non aveva segretarie. A volte gli davo una mano io, se ne aveva bisogno. Cosa ne sarà stato?

— A meno che non sia qui… — Prese una busta dalla borsa e me la diede. — È scomparso. Perché da molto tempo ho ricevuto l’ordine di andare al terminale personale di Boss non appena fosse stata annunciata la sua morte e inserire un certo programma. Era un ordine di cancellazione. Lo so anche se lui non lo ha mai detto. Tutto ciò che c’era di personale nelle sue banche della memoria è stato cancellato. Si trattava di una cosa personale.

— Molto personale.

— Allora non esiste più. Se non è qui.

Guardai ciò che mi aveva dato: una busta chiusa. All’esterno c’era scritto solo «Friday». Anna aggiunse: — Doveva entrare nel tuo pacchetto, ma l’ho presa io e l’ho tenuta fuori. Quella stronza ficcanaso stava leggendo tutto quello che le arrivava fra le mani. Sapevo che questa era una comunicazione personale del signor Due-Bastoni… anzi adesso dovrei dire il dottor Baldwin… per te. Non volevo lasciarla prendere a quella là. — Anna sospirò. — Ho lavorato con lei tutta la notte. Non l’ho uccisa. Non so perché.

Blondie disse: — Ne avevamo bisogno. Doveva firmare gli assegni.

Con noi c’era uno dei dirigenti dello staff. Burton McNye, un tipo tranquillo che solo raramente esprimeva opinioni. In quel momento, parlò: — Mi spiace che ti sia trattenuta. Guardami, non ho un soldo. Ho sempre usato la carta di credito per tutto. Quella sporca idiota non voleva darmi il mio assegno di liquidazione se prima non le consegnavo la carta di credito. Cosa succede con un assegno di una banca lunare? Si può cambiare, oppure lo accettano ma non lo cambiano finché non lo hanno incassato? Forse stanotte dovrò dormire in piazza.

— Signor McNye…

— Sì, signorina Friday?

— Non sono più la signorina Friday. Solo Friday.

— Allora io sono Burt.

— Okay, Burt, io ho degli orsi in contanti e una carta di credito che la Wainwright non ha potuto toccare, anche se ci ha provato. Quanto ti serve?

Lui sorrise, si protese in avanti e mi batté su un ginocchio.

— Tutte le belle cose che ho sentito sul tuo conto sono vere. Grazie, cara, ma ci penserò io. Per prima cosa andrò alla Banca d’America. Se non mi cambiano tutto subito, forse mi daranno almeno un anticipo. Se no, mi sposterò all’ufficio della Wainwright al Ccc e mi sdraierò sulla sua scrivania e le spiegherò che sta a lei trovarmi un letto. Porca miseria. Il Capo avrebbe provveduto a far avere a tutti qualche centinaio di dollari o orsi o che altro in contanti. Quella lo ha fatto apposta. Forse per costringerci a firmare coi suoi amici. Scommetto che ne sarebbe capace. Se crea altri pasticci, sono talmente incazzato che sarei pronto a scoprire se ricordo ancora qualcosa di quello che mi hanno insegnato all’addestramento di base.

Ribattei: — Burt, non affrontare mai un avvocato con le mani. Per combattere un avvocato ci vuole un altro avvocato, uno più in gamba. Senti, noi saremo al Cabaña. Se non riesci a incassare l’assegno, accetta la mia offerta. Non sarà un fastidio.

— Grazie, Friday. Ma stringerò quella là per il collo finché non si arrende.

La stanza che Blondie aveva prenotato era un piccolo appartamento: una stanza con un grande letto ad acqua e un soggiorno con un divano che si trasformava in letto matrimoniale. Sedetti sul divano a leggere la lettera di Boss intanto che Anna e Blondie usavano il bagno; poi lo usai anch’io quando loro uscirono. Quando riemersi, loro due erano distese sul letto ad acqua, addormentate come sassi. Non mi sorpresi: erano rimaste sveglie tutta la notte, impegnate in un lavoro da spossare i nervi. Zitta zitta, tornai a sedere e ricominciai a leggere la lettera.

Cara Friday,

dato che questa è la mia ultima occasione per comunicare con te, debbo dirti cose che non ho potuto dirti quando ero vivo ed ero ancora il tuo datore di lavoro.

La tua adozione: non la ricordi perché non è successa in quel modo. Scoprirai che tutti i documenti sono legalmente validi. Tu sei davvero la mia figlia adottiva. Emina Baldwin possiede lo stesso tipo di realtà dei tuoi genitori di Seattle, cioè è reale a ogni scopo pratico e legale. Devi stare attenta a una sola cosa: non sovrapporre l’una all’altra le tue molte identità. Ma hai già camminato sul filo di quel rasoio svariate volte, nella tua professione.

Assicurati di essere presente o rappresentata alla lettura del mio testamento. Sono un cittadino lunare,

(eh?)

quindi la lettura si terrà a Luna City immediatamente dopo la mia morte, dato che la Repubblica Lunare non soffre di tutti i ritardi avvocateschi della maggioranza delle nazioni terrestri. Chiama Fong, Tomosawa, Rothschild, Fong e Finnegan, Luna City. Non aspettarti troppo; il mio testamento non ti solleverà dalla necessità di guadagnarti da vivere.

Le tue origini: hai sempre nutrito una forte curiosità sull’argomento, ed è comprensibile. Poiché il tuo patrimonio genetico è stato assemblato da svariate fonti e tutta la documentazione è andata distrutta, posso dirti poco. Vorrei menzionarti due fonti della tua eredità genetica di cui puoi andare fiera, due persone note alla storia come signor Joseph Green e signora. C’è un monumento che li commemora in un cratere nei pressi di Luna City, ma il viaggio non vale la pena perché c’è pochissimo da vedere. Se chiederai informazioni sul monumento alla Camera di Commercio di Luna City, potrai avere una cassetta con un resoconto ragionevolmente preciso di ciò che hanno fatto. Dopo averla sentita, capirai perché ti ho chiesto di non giudicare troppo in fretta gli assassini. Di solito l’omicidio è un lavoro sporco… ma gli assassini per bene possono essere eroi. Ascolta la cassetta e giudica da te.

I Green erano miei colleghi tanti anni fa. Siccome il loro lavoro era estremamente pericoloso, ho fatto in modo che tutti e due depositassero materiale genetico: quattro ovuli di lei, lo sperma di lui. Quando vennero uccisi, feci compiere un’analisi genetica con un occhio particolare alla possibilità di figli postumi, e scoprii che i materiali erano incompatibili; la semplice fertilizzazione avrebbe rafforzato alcuni caratteri negativi.

Invece, quando divenne possibile la creazione di persone artificiali, i loro geni furono usati in modo selettivo. Il tuo fu l’unico progetto coronato da successo; altri tentativi col loro materiale non furono possibili o dovettero essere distrutti. Un buon ingegnere genetico lavora esattamente come un buon fotografo: il risultato perfetto nasce se si è pronti a scartare drasticamente ogni tentativo meno che perfetto. Nessuno cercherà più di utilizzare i Green: gli ovuli di Gail non esistono più, e lo sperma di Joe probabilmente non serve più a nulla.

Non è possibile definire il rapporto che ti lega a loro, ma tu sei all’incirca qualcosa fra la loro nipote e la pronipote; il resto di te viene da molte fonti, ma puoi andare fiera del fatto che tutto di te è stato scelto con estrema cura per portare al massimo livello i tratti migliori dell’H. sapiens. Questo è il tuo potenziale; raggiungerlo, o meno sta soltanto a te.