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«Accidenti, Erin, dovresti lasciare perdere la fotografia e trovarti un ricco produttore o sceneggiatore cinematografico, proponendoti come collaboratrice alle ricerche.»

«Preferirei di no. È un lavoro sfiancante. Comunque, cerchiamo di non perdere il filo, Devin. D’accordo, non c’erano fiere o roba simile nell’area di Santee, ma penso che l’omicidio di Eva Longbottom sia completamente diverso dai quattro precedenti. Negli altri casi, nessuna traccia di violenza carnale, ricordi?»

«Che si sappia. I giornali non ci vanno giù piatti.»

«Hai ragione, magari scrivono molestie o aggressione sessuale invece di stupro, ma riescono a farsi capire lo stesso.»

«E Darlene Shoemaker? C’era…»

« Stamnacher. Queste poverette sono state uccise, Dev; se non altro, sforzati di azzeccare i loro nomi.»

«Ci sto provando. Ho solo bisogno di tempo.»

Appoggiò una mano sulla mia. «Scusa. Ti sto bombardando di notizie. Io ci rimugino sopra da settimane.»

«Sul serio?»

«Più o meno. Non è una bella esperienza.»

Aveva ragione. Se leggi un giallo o guardi un thriller, puoi infischiartene allegramente delle sfilze di cadaveri, interessato solo a scoprire se il colpevole è il maggiordomo o la matrigna cattiva. Ma quelle ragazze erano vere, reali. Con ogni probabilità i corvi avevano lacerato le loro carni; le larve degli insetti si erano insediate nei loro occhi, strisciando su per le narici e penetrando dentro la materia grigia del cervello.

«Nessuno spettacolo itinerante nella zona di Maxton quando Darlene Stamnacher è stata assassinata?»

«No, ma si stava inaugurando una fiera di paese a Lumberton, la città più vicina. Ecco qui.»

Mi diede una fotocopia che pubblicizzava la Fiera Estiva di Robeson County. Erin picchiettò di nuovo il dito contro il foglio, per attirare la mia attenzione su una riga in particolare: 50 ATTRAZIONI NON PERICOLOSEFORNITE DALLA SOUTHERN STAR AMUSEMENT. «Ho controllato la ditta su Outdoor Trade and Industry.Sono in attività da poco dopo la seconda guerra mondiale. La sede si trova a Birmingham. Si spostano per tutto il Sud con il loro armamentario. Niente di così grandioso come il Muro del Tuono o il Delirio Cosmico, ma parecchi montasmontoni con i rispettivi operatori.»

Mi scappò un sorriso. A quanto pareva non si era scordata la Parlata. I montasmontoni erano giostre che potevano essere assemblate senza troppi problemi, tipo gli autoscontri o il brucomela.

«Ho chiamato il capo del personale della Southern Star, dicendo che questa estate avevo lavorato a Joyland e che ero alle prese con una tesina sull’industria dell’intrattenimento per il corso di sociologia. In effetti potrei anche scriverla; dopo tutte queste ricerche, sarebbe una passeggiata. Come immaginavo, mi ha risposto che nel loro settore c’è sempre un grande ricambio. Non era in grado di confermarmi di punto in bianco se avevano ingaggiato qualcuno dello spettacolo di Wellman, ma ha aggiunto che era probabile: due o tre manovali e operatori, forse un paio di addetti alle giostre. Quindi esiste la possibilità che l’assassino di DeeDee e Claudine si trovasse da quelle parti e che abbia incontrato Darlene Stamnacher. La fiera era ancora chiusa, ma la gente del posto ha sempre l’abitudine di gironzolarci attorno per guardare gli operai e i rincitrulli impegnati nell’allestimento.» Mi fissò dritto negli occhi. «Penso sia andata così.»

«Erin, il collegamento con le varie fiere, o forse dovrei dire con i parchi divertimenti, era contenuto nell’articolo pubblicato dal News and Courierdopo la morte di Linda Gray?»

«Manco per sogno. Mi dai un altro sorso di whisky? Sto gelando.»

«Possiamo spostarci dentro…»

«No, è questa storia degli omicidi a farmi venire la pelle d’oca ogni volta che ci ritorno sopra.»

Le porsi la bottiglia: un goccio per lei e uno per me. «Magari sei tuSherlock Holmes», affermai. «E i poliziotti? Se lo sono lasciati sfuggire?»

«Non ne sono certa, ma credo di sì. Se questo fosse un telefilm poliziesco, ci sarebbe un vecchio sbirro con il sale in zucca, tipo il tenente Colombo, in grado di comporre il rompicapo e arrivare alla soluzione, ma temo non esistano molte persone così nella vita reale. Per di più, il quadro d’insieme è difficile da cogliere perché gli indizi sono disseminati lungo tre Stati e nel corso di otto anni. Una cosa è sicura: se l’assassino ha mai lavorato a Joyland, ha levato le tende da tempo. Il ricambio del personale di un luna park non è rapido come quello di uno spettacolo itinerante della Southern Star, ma esiste comunque un notevole avvicendamento.»

Lo sapevo bene. Gli operatori e i gestori dei chioschi sono nomadi per natura, e i rincitrulli vanno e vengono come la marea.

«Ecco l’altro particolare che mi mette a disagio», proseguì, passandomi un mazzetto di fotografie formato ritratto. Stampata sul fondo della cornicetta bianca di ognuna, la dicitura QUESTA IMMAGINE È STATA SCATTATA A JOYLAND DALLA VOSTRA SIRENA DI HOLLYWOOD.

Le passai velocemente in rassegna, sentendo il bisogno di un terzo cicchetto quando capii che erano le foto di Linda Gray e del suo assassino. «Accidenti, Erin, non sono fotocopie di un giornale. Come te le sei procurate?»

«Grazie a Brenda Rafferty. Ho dovuto cucinarmela a puntino, ripetendole quanto fosse stata una mamma straordinaria per noi Sirene, ma alla fine ha ceduto. Sono stampe nuove di zecca, dai negativi originali che lei conservava nel suo archivio privato e che ha avuto la bontà di prestarmi. C’è un dettaglio interessante, Dev. Vedi il cerchietto per capelli di Linda?»

«Sì.» Un cerchietto azzurro, aveva detto la signora Shoplaw.

«A sentire Brenda, la polizia è riuscita a cancellarlo dalle immagini fornite alla stampa. Pensava che il trucco sarebbe servito a incastrare il tipo.»

«E allora, che cosa ti disturba?»

Perché, per quel che mi riguardava, tuttequelle foto mi inquietavano, persino quelle dove Linda Gray e lo sconosciuto passavano semplicemente sullo sfondo, riconoscibili grazie alla camicetta senza maniche e al cerchietto di lei, al berretto da baseball e agli occhiali scuri di lui. Ce n’erano soltanto due dove erano nitidi e a fuoco. Nella prima erano in coda per le Tazze Ballerine, la mano dell’uomo appoggiata con noncuranza al fondoschiena di lei. Nella seconda, la migliore del paio, si trovavano al Tirassegno di Buffalo Bill. Però, in nessuna la faccia dell’assassino era chiaramente visibile. Avrei potuto incrociarlo per strada senza riconoscerlo.

Erin sollevò con due dita la foto delle Tazze. «Guardagli la mano.»

«Sì, il tatuaggio. Me ne ha parlato anche la signora S. Secondo te che cos’è? Un falco o un’aquila?»

«Probabilmente un falco, ma non ha nessuna importanza.»

«Sul serio?»

«Sul serio. Ti avevo anticipato che saremmo ritornati su Claudine Sharp o no? Una ragazza sgozzata in un cinema, mentre veniva proiettato Lawrence d’Arabia,nientemeno, era una notizia bomba per un paesino come Rocky Mount. Il Telegramci marciò per quasi un mese.

I poliziotti scovarono una sola e unica pista, Dev. Un’ex compagna di liceo di Claudine la vide al bar della sala e la salutò. Claudine si affrettò a fare altrettanto. Era vicina a un uomo con gli occhiali da sole e un berretto da baseball, ma l’amica non pensò che stessero insieme, perché lui era molto più vecchio. Lo notò in quanto portava un paio di lenti scure all’interno di un cinema… e per via del tatuaggio sul dorso della mano.»

«L’uccello.»

«No, Dev. Una croce copta, proprio come questa.» Tirò fuori un’ennesima fotocopia dalla cartellina e me la mostrò. «L’amica confessò alla polizia di avere pensato si trattasse di un simbolo nazista, almeno inizialmente.»

Osservai la croce. Era elegante, ma non somigliava per nulla a un volatile. «Due tatuaggi, uno per mano», azzardai. «L’uccello su una, la croce sull’altra.»